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In 500 mila hanno fatto una scelta precisa.

Presi dalle vicende interne ci si perde dietro notizie, come quella delle dimissioni volontarie, che spesso non sembrano avere quella rilevanza che altre hanno.

Eppure, anche se in modeste finestre di attenzione, una percentuale esigua si è meravigliata del fatto che in tre mesi quasi 500 mila persone hanno deciso di dimettersi.

dimissioni volontarie. Donna riflessiva al pc

Da aprile a giugno 2022 ci sono state le dimissioni volontarie di 484mila lavoratori. (292mila uomini e 191mila donne), su un totale di 2,5 milioni di contratti cessati. Leggi qui

E’ chiaro che qualcosa si sta muovendo nel mercato del lavoro. Dimettersi di propria volontà significa rinunciare al proprio posto di lavoro per qualche “motivata” ragione.

Come se la logica della necessità del posto fisso a tutti i costi cominciasse a scricchiolare.

Spesso le imprese si rubano tra di loro i lavoratori migliori (poaching) e di queste sono le imprese più giovani a prendere i lavoratori con competenze più alte.

Rimane comunque molto da analizzare e se si prendono in esame le cause principali troviamo:

  • Il burn-out;
  • Il poco coinvolgimento nei processi decisionali;
  • La volontà di avere un’occupazione più flessibile;
  • La fastidiosa percezione di non poter manifestare doti, talenti o attitudini;
  • Relazione con il capo o con una parte del management mediocre.

Più di qualcuno che ha cambiato lavoro sostiene che lo ha fatto per averne un altro più gratificante, per sfuggire a un capo negazionista o pressante e iper-presente. Ha cercato qualcosa di meglio e che oggi è più felice.

dimissioni volontarie. uomo con valigetta che cammina

Le dimissioni volontarie sono una ricerca a condizioni di lavoro migliori?

Molti si sono spostati dai settori messi in ginocchio dalla pandemia, per assistere ad un coniuge o un genitore, ma in tanti cercano anche condizioni di lavoro migliori e maggiori benefit.

Il segnale che viene raccolto è che se i datori di lavoro non possono o non vogliono ascoltare queste richieste, si cerca altrove un’occupazione più gratificante, guardando oltre al solo stipendio o alle tipologie contrattuali.

In altri casi si risveglia la voglia di lanciare una propria attività.

Da considerare che negli ultimi anni parte del tempo lavorativo dedicato alle riunioni online è più che raddoppiato e continua a crescere, la durata media di un meeting è aumentata di 10 minuti, passando da 35 a 45 minuti.

Ogni collaboratore o dipendente (per non parlare dei Sales Account) manda in media il 45% in più di messaggi via chat a settimana, il numero delle mail non lette (visto l’uso emotivamente improprio) fa capolino su smart-phone a qualsiasi ora del giorno e della notte creando una entropia dei ruoli fra vita professionale e vita privata.

Chi si prende cura delle persone ha meno da temere.

Alcuni studi testimoniano che le aziende che durante il lockdown hanno avuto abbastanza cura per i propri dipendenti, ad oggi, non rischiano di subire un esodo di personale e dimissioni volontarie.

Chi ha gestito al meglio lo smart working inoltre, evitando di cadere nella trappola del voler eliminare tempi morti a tutti i costi con una connessione perenne, ha sicuramente contribuito a mantenere un equilibrio interno.

Ecco che l’imprevedibilità del licenziamento oggi assume contorni di prevedibilità a nostro avviso, anche se non ridimensiona il fenomeno, se non altro offre spunti per definire criteri prima impossibili.

Prima di un ruolo qualsiasi persona è un essere umano e su questo aspetto si possono condividere elementi, che se portati a fattor comune, non fanno altro che migliorare le relazioni interne, la voglia di condividere e di supportarsi nei momenti di maggior stress per non parlare del miglioramento generale delle #performanceumane che coinvolgono quelle attività che necessitano di un coinvolgimento mentale, emotivo e comunicativo.

L’utilizzo di strumenti di conoscenza di sè per conoscere meglio l’altro, porta conseguenze benefiche nei parametri tradizionali di valutazione dell’andamento aziendale.

#ILPASSOSUCCESSIVO poi sarà quello di integrarle e quindi monitorarle in futuro.

Un antidoto contro quei “veleni” interni che spesso intaccano la qualità della vita in azienda e impediscono un fatturato costante e duraturo.

Per chiudere “Quali parametri valuti come importanti nella gestione della tua azienda oltre ai soliti?”

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