Hai mai pensato a quante attenzioni ci metti a degustare un vino?
Quali preparativi fai partendo dalla temperatura di mescita, alla cura nel
scegliere il calice adatto.
Assaggiando un vino utilizzi tutti i sensi, persino il tatto tra il palato e la lingua.
Osservi il suo colore ( limpido – brillante ), ascolti il suo profumo ( intenso –
floreale ) e senti il suo gusto ( alcolico – persistente )
Quante azioni fai prima di servirlo?
Stappi la bottiglia per far respirare il vino arrivando anche a travasarlo in un decanter per prepararlo meglio alla degustazione.
Cucini i cibi idonei per l’abbinamento migliore o scegli il vino per accompagnare meglio il piatto.
Quando finalmente hai il vino nel bicchiere aspetti, osservi, ascolti e più volte fai l’azione guardando Tutto anche il contorno dove fai la degustazione (ristorante – giardino – cantina ) e cerchi di restituire tutto ciò in forma di emozione e piacere globale, descrivendo come ti fa sentire.
Invece…
Hai mai provato a farlo con una persona che ti si pone davanti?
Mettendola nelle condizioni migliori per ricevere ciò che vuole comunicare e cercando la
sua essenza?
Ad aspettare prima di formulare qualsiasi pensiero o giudizio solo per come l’hai visto o per una battuta che hai sentito.
Nei vini riesci ad ammettere acidità, spigolosità, tannicità, alcolicità sforzandoti di capire quanto si evolverà nel futuro e quanto diventerà migliore.
Con le persone ci metti anni per toglierti dalla testa la prima idea che ti sei fatto perchè non hai mai ascoltato veramente ciò che ti comunicava o ciò che è quella persona è perchè non hai filtrato le tue interferenze e proiezioni.
Al vino riesci a dare una seconda possibilità anche quando sa di tappo e ne stappi subito una nuova e non pronunci nemmeno un giudizio.
Una persona la cataloghi subito e non cerchi nemmeno di vedere se è un problema legato al
tappo quindi esterno o se la persona ha bisogno di un incoraggiamento per far vedere il suo vero potenziale forse perchè è timida ed è poco abituata a stare in mezzo alla gente?
Cercare di leggere la sua comunicazione totale comprendendo il paraverbale, non verbale e veramente ciò che dice.
Essere un coach ti fa fare questo con te stesso e con gli altri è come essere un bravo enologo che riesce a capire i valori e i sentimenti del produttore e lo guida a fare il vino migliore per le sue capacità e il suo sogno portando dal piano metafisico a quello pratico trasformando il sogno in progetto concreto.
Stando molto attento a eliminare i propri gusti e preferenze e adoperandosi in modo da non discriminare il vino del produttore anche se non è in sintonia con le sue preferenze.
Prova a “degustare” una persona è un viaggio meraviglioso dentro e fuori te stesso.